Le norme non possono essere applicate per “analogia”, il fatto da sanzionare deve essere previsto dal Legislatore in modo “espresso”. di Arcangelo Roncacci – Responsabile Confartigianato Alimentazione
Il Ministero dello Sviluppo economico, il 6 marzo, ha pubblicato una circolare di chiarimento sull’applicabilità delle sanzioni dell’articolo 18 del Decreto Legislativo n. 109/1992. Riguarda le violazioni in merito di etichettatura dei prodotti alimentari, che restano immutate nelle disposizioni del regolamento Ue n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, entrato in vigore il 13 dicembre scorso.
Nel documento si afferma che, nelle more dell’emanazione del decreto legislativo contenente il quadro sanzionatorio per le disposizioni del Reg. Ue 1169/2011, di cui delega specifica del Parlamento al Governo, in via transitoria è possibile prevedere l’applicazione delle sanzioni previste all’articolo 18 del D. Lgs. 109/1992 alle violazioni delle norme del Reg. Ue 1169/2011. Segue una tabella di concordanza che viene fornita in allegato alla stessa circolare.
Dubbi sull’applicabilità
È fortemente in dubbio – come affermano anche esperti del diritto alimentare, e stante una palese contraddizione con il principio di stretta legalità, declinato anche nel procedimento sanzionatorio amministrativo – che possano essere applicate delle norme “per analogia”, in quanto occorre che il fatto da sanzionare sia previsto in modo “espresso” con forza di legge, nella cui fattispecie non può essere ricondotta la nota ministeriale.
Per cui, fino a quando non sarà definito il quadro complessivo sanzionatorio, gli organi di controllo sarebbero privi di poteri punitivi per violazione delle nuove norme, come pure di quelle preesistenti in tema di etichettatura e riformulate nel regolamento, fatte salve quelle relative all’indicazione del lotto di produzione e all’informazione sui prodotti alimentari sfusi e preincartati, in quanto materie non armonizzate dal regolamento stesso.
Verifiche e controlli
Pertanto, realisticamente c’è da aspettarsi che gli organi di controllo si asterranno dal verificare il rispetto delle regole fino a che non sarà emanato sia il Dpcm che aggiornerà le disposizioni dello stesso D. Lgs. 109/1992, sia il provvedimento legislativo contenente il quadro sanzionatorio definitivo. Un iter di approvazione prevedibilmente lungo. Tale comportamento sarebbe assunto dall’organo di controllo per evitare di riconoscere eventuali indennizzi alle imprese, nel caso in cui fossero accolti possibili ricorsi delle stesse, contro le sanzioni loro comminate.
Ritardi e burocrazia
Purtroppo c’è da registrare ancora una totale confusione sul tema dell’etichettatura. E’ determinata, da un lato, dai ritardi delle amministrazioni competenti (Ministero dello Sviluppo economico, della Salute e delle Politiche agricole, alimentari e forestali) nel varare il Dpcm nei tempi debiti; dall’altro, dalla mancanza di coordinamento tra questi enti, viste le varie circolari emesse dalle singole amministrazioni senza preventivo coordinamento.
Confartigianato Alimentazione – tenendo presente proprio questi aspetti – ha sottolineato le difficoltà che stanno incontrando le imprese a comprendere come debbano comportarsi per rispettare le norme introdotte con il Reg. 1169/2011. Normativa, questa, che avrebbe dovuto semplificare il quadro normativo preesistente aggiornando le regole del settore.
A tutt’oggi, non si può parlare di semplificazione ma di complicazione, visto che la mancanza di un quadro di riferimento normativo certo, a causa dell’assenza del Dpcm di cui sopra, determina gravi incertezze comportamentali dando adito a possibili diverse interpretazioni, basate su ricostruzioni implicite non confortate da una normazione positiva (in grado di dare agli operatori le regole in modo chiaro ed univoco, così da poter essere seguite correttamente).
Confartigianato Alimentazione – per i motivi sopra ricordati – aveva richiesto una sospensione nell’applicazione delle sanzioni fino al 30 giugno e continuerà a far pressione sul Governo e sul Parlamento perché sia fornito quanto prima un quadro legislativo più chiaro e inequivocabile. Un quadro legislativo, questo, accompagnato da uno specifico e adeguato sistema sanzionatorio realmente applicabile e in sintonia con le leggi e la Costituzione italiana. Capace, quindi, di fornire garanzie di trasparenza anche ai consumatori.