Libero scambio, nuove regole. Tra Usa e Pacifico parecchio è già cambiato e, alla luce di questo, molte novità potrebbero profilarsi all’orizzonte anche in ambito europeo. Se, infatti, Stati Uniti, Giappone, Australia e altri nove Paesi del Pacifico hanno siglato il TPP, un accordo di libero scambio di beni e servizi, dando origine, di fatto, a un nuovo nucleo economico fondato sulla riduzione delle tariffe doganali, in Europa si fa ancora più urgente portare a termine i negoziati per il TTIP, l’intesa di libero scambio con gli Usa che ha l’intento dichiarato di rendere il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.
Interessando il 40% dell’economia globale e 1/3 degli scambi mondiali, l’intesa siglata nell’area del Pacifico sposta l’asse del commercio mondiale e porta con sé il sospetto che il vecchio continente ne rimanga tagliato fuori. Se si pensa che il TPP andrà ad allargare il mercato agroalimentare canadese e giapponese e a rafforzare la protezione brevettuale delle case farmaceutiche, potenziandone le tutele, emerge in tutta la sua evidenza l’importanza, per l’Europa, di accelerare l’iter dei negoziati per il TTIP.
Ne è convinto Paolo De Castro – coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo e relatore permanente per Expo 2015 e per il negoziato di libero scambio Ue-Usa (TTIP) della stessa Comagri.
Sul fronte interno, tuttavia, il negoziato non è immune da riserve legate a potenziali rischi e ad eventuali effetti collaterali per il mercato delle materie prime agricole. Su questo punto, in particolare, sembrano giungere elementi rassicuranti.
Secondo uno studio del Parlamento europeo, a seguito dell’intesa le esportazioni europee verso gli Stati Uniti aumenterebbero circa del 60%, mentre le importazioni dal mercato americano potrebbero aumentare del 120% fino al 2025. A mettere l’accento sugli aspetti postivi connessi all’accordo è stato proprio De Castro che ha chiarito:
«La strada migliore per fugare ogni timore circa un accordo complesso e articolato come il TTIP è quella di portare avanti il negoziato con impegno, avendo ben chiare le opportunità che questo può creare per cittadini e imprese, in termini di occupazione e crescita sui mercati statunitensi. Serve una maggiore determinazione per concludere in maniera positiva questo iter e scongiurare il pericolo – in caso di mancato accordo – di dover sottostare a regole definite da altri e a standard non di certo elevati come quelli per i quali abbiamo lavorato fino ad oggi in Europa».